Pietro ed Eva - Prima parte - DarkOct02

Pietro ed Eva – Prima parte

Mi chiamo Pietro, ho 55 anni, e quella che vi sto raccontando è la storia con mia moglie Eva, più giovane di me di 20 anni. I primi anni di matrimonio sono andati bene sotto ogni punto di vista. Tra noi c’è sempre stato un grande amore, che nei primi anni si è manifestato sotto ogni punto di vista. Anche sotto l’aspetto sessuale, nonostante io, purtroppo, sia oggettivamente minidotato.

Questo non è mai stato un problema per Eva, perchè la passione ha sempre superato anche i miei evidenti limiti fisici.

Lei è davvero una bella donna, mi sono sempre ritenuto fortunato per averla incontrata. Ha un fisico invidiabile nonostante sia piuttosto bassa, una bella terza di seno, i capelli castani. Del resto l’altezza non è mai stato un problema perchè sono basso anche io.

Non ho mai avuto grandi esperienze sessuali, perchè fin da ragazzo era girata la voce della mia poca dotazione tra le gambe e per questo le ragazze tendevano ad evitarmi. Si dice sempre che la misura non conta ma, credetemi, non è così.

Solo Eva non aveva dato peso a questo mio limite e a letto siamo sempre stati bene. Almeno così ho sempre creduto. E’ sempre stata una donna calda, quando mi faceva i pompini riusciva a prendermelo tutto in bocca vista la mia scarsa misura. E questo mi faceva impazzire, più di una volta non riuscendo a resistere alla sua abilità orale le avevo schizzato in bocca lasciandola a “fica asciutta”. Ma, per fortuna, sono sempre stato un abile leccatore e quindi riuscivo sempre a soddisfarla con la lingua e a farle comunque raggiungere dei begli orgasmi.

La nostra vita, però, è cambiata quel giorno.

Eravamo stati invitati a cena a casa di amici e per l’occasione Eva si era vestita in maniera davvero sexy. Del resto, il suo fisico glielo permetteva. Aveva un vestitino nero molto elegante e piuttosto corto, con la giusta scollatura che dava risalto al suo splendido seno, le calze nere e le scarpe con un bel tacco che la facevano più alta di me. In macchina la guardavo con ammirazione e lei mi sorrideva.

“Ti piaccio così tanto che mi guardi così?”
“Mi fai impazzire amore, lo sai”
“Allora stasera, quando torniamo, ti faccio un bel regalo” mi disse strizzandomi l’occhio e accarezzandomi la gamba.

Il mio pisellino già sussultava impaziente nelle mutande.

Quella sera a tavola bevemmo un bel po’ approfittando del clima di spensieratezza che si era creato con i nostri amici. Si parlava e si rideva di tutto.

Ad un certo punto suonò il campanello. Teresa, la moglie del mio amico Paolo, andò ad aprire. Sulla porta c’era un uomo mal vestito, sembrava veramente un barbone.

“Chi è?” chiesi a Paolo.
“Oh, è Manuel. Sai che mia moglie si occupa del recupero di persone disagiate. Manuel è di origine spagnola, vive in Italia da diversi anni. Purtroppo ha avuto dei grossi problemi di lavoro e si è ritrovato in mezzo ad una strada. E’ una brava persona, ha avuto una vita sfortunata purtroppo. Qualche volta lo invitiamo a cena da noi, lui in cambio ci fa sempre qualche lavoretto in casa. E’ abile nei lavori di idraulica e muratura sai?”
“Ah davvero?”
“Sì sì, lavorava in una impresa fino a poco tempo fa”
“Ah capisco. Beh se vuoi farlo unire a noi per me non è un problema, vero cara?”

Eva mi fece timidamente un gesto di accondiscendenza.

A quel punto Paolo disse a Teresa di farlo entrare. Ben presto mi pentii di quello che avevo detto, perchè appena si avvicinò al tavolo avvertii il suo forte odore “di strada”.
Si dimostrò molto gentile presentandosi a noi, poi prese una sedia e si mise a sedere proprio tra me e mia moglie. L’odore che emanava era fortissimo, puzzava in una maniera indegna. Eppure Eva sembrava non accorgersene, cominciò a parlare con lui e a chiedergli della sua situazione in maniera stranamente interessata.

Manuel aveva 40 anni ed era visibilmente grasso. Era ormai diventato protagonista della conversazione e quando parlava, col suo italiano sporcato dallo spagnolo, Eva sembrava guardarlo con ammirazione. Per un attimo mi sentivo perfino geloso di quell’uomo, di come aveva catturato l’attenzione di mia moglie.

Per fortuna la cena volse al termine, non ne potevo più di sentire il suo odore pesante. Già pregustavo il ritorno a casa e le “coccole” che mi aveva promesso Eva.

Ci alzammo tutti da tavola e feci cenno a mia moglie che si era fatto tardi. Ma lei sembrava ancora più interessata a parlare con Manuel.

“Tu adesso dove abiti Manuel?” gli chiese sfacciatamente.
“Beh, in questo momento vivo in una stanza con altre persone, non tanto distante da qui”
“Ti possiamo accompagnare noi con la macchina se vuoi”

Nel sentire queste parole lanciai un’occhiataccia a Eva come per dirle “Che diavolo ti salta in mente di far salire questo uomo sulla nostra macchina?”. Già immmaginavo che il suo odore sarebbe rimasto sui sedili dell’auto per tutta la vita! Mia moglie doveva sicuramente aver bevuto troppo quella sera.

“Non fare il solito asociale Paolo! Cosa ci costa dargli un passaggio?”
“Sarebbe molto gentile da parte vostra” ci disse Manuel con un sorriso.

Mi ritrovai così nella condizione di non poter rifiutare. Salutammo Paolo e Teresa, anche se in quel momento li odiavo per la situazione in cui mi avevano fatto cacciare. Uscimmo di casa e raggiungemmo la nostra auto.

Ero incazzato nero, per dirla tutta. Salimmo in auto, Manuel si accomodò dietro. Mi domandavo come facesse Eva a non accorgersi di quell’odore forte che continuava ad emanare. Non ne potevo più. Ci disse dove accompagnarlo e velocemente mi misi in marcia.

Ma dopo neanche cinque minuti di strada, Manuel mi chiese di accostare perchè doveva pisciare.

“Scusa ma non riesci a resistere fino a casa?” gli dissi anche sgarbatamente.

Ma Eva intervenne ancora: “Ma la smetti di fare lo zotico? Fa male trattenerla, che ci vuole, sarà questione di pochi minuti”

Per fortuna poco distante trovai un parcheggio ed accostai. Manuel scese di macchina e io ne approfittai per riprendere mia moglie: “Ma sei impazzita Eva? Questo è un vagabondo, non sappiamo neanche chi sia e lo stiamo portando nella nostra macchina!”

“Ma smettila di fare sempre lo stronzo con le persone! Manuel ha solo avuto sfortuna nella vita, non è niente di meno di ciò che siamo io e te!”

Nel frattempo quell’uomo si mise proprio davanti ai fari dell’auto e cominciò a sbottonarsi i pantaloni.

“Ma che diavolo fa? La fa davanti a noi? Questo è pazzo! Perchè non va a farla più lontano? Ora scendo e gliene dico quattro!”

“La vuoi finire???” mi disse Eva fermandomi. “Lascialo fare, non fa del male a nessuno. Probabilmente lo sta facendo in maniera innocente, non sarai mica geloso di lui?”

Le parole di mia moglie ferirono la mia autostima, non potevo certo dimostrarmi geloso di quel barbone. Decisi di non dire nulla.

Manuel intanto si era sbottonato i pantaloni e quello che mi faceva più rabbia era che Eva non distoglieva lo sguardo da lui. Dopo qualche secondo l’uomo si tirò fuori il cazzo dai pantaloni ed io rimasi letteralmente sconvolto!! Quell’uomo aveva tra le gambe un tubo di carne!! Nonostante fosse ovviamente moscio il suo cazzo era già lunghissimo e soprattutto la circonferenza era impressionante!!

Quello che però più mi sconvolse fu lo sguardo di Eva quando vide uscire il bastone di Manuel. Aveva gli occhi sgranati ed era rimasta letteralmente a bocca aperta!!

“Eva!!! Ma cosa stai guardando??!” le chiesi ancora sconvolto.

Mia moglie mi guardò allibita e poi scoppiò a ridere. Io rimasi scioccato, senza parole.

“Ma lo hai visto? Ha la famosa terza gamba!!” e rise ancora, evidentemente confusa dall’alcol.
“Amore ma cosa ridi? Stai guardando il cazzo di quell’uomo!!!”
“Shhhhh zitto che ti sente!!!!” e invece di distogliere lo sguardo si mise ad osservarlo ancora più attentamente.

Non riconoscevo più mia moglie, non si era mai comportata così prima.

Intanto Manuel se lo era preso in mano e lentamente fece uscire la cappella dalla pelle che la ricopriva. Coi fari accesi la visione era praticamente perfetta. Pochi attimi dopo la sua enorme cappella era completamente esposta e mia moglie la fissava spudoratamente. Poi l’uomo cominciò finalmente a pisciare, con un getto molto violento.

Eva si teneva una mano davanti alla bocca come a fingere imbarazzo, ma in realtà si stava gustando la visione di quell’enorme membro mentre urinava.

“Ma ti rendi conto …” disse mia moglie dopo qualche istante.
“E’ uno schifoso non è vero?” le chiesi cercando approvazione
“No, intendevo… non immaginavo che esistessero misure simili…”

Fu la più grande umiliazione per me. Pensai al piccolo cazzo che mi ritrovavo tra le gambe e per la prima volta mi resi conto che Eva era affascinata dai cazzi grossi. Rimasi senza parole.

Dopo qualche minuto l’uomo finalmente finì, si rimise l’enorme cazzo con fatica nei pantaloni e si riabbottonò. Poi tornò verso l’auto e risalì.

“Grazie, ne avevo troppo bisogno. Possiamo andare ora” disse candidamente.

Rimisi in moto e ripresi la marcia senza parlare. Guardai Eva, che aveva lo sguardo rivolto verso il finestrino. Che stava pensando adesso? Davvero era rimasta sconvolta nel vedere quel cazzone? Forse lo stava addirittura desiderando?

Poi si girò di scatto verso di lui e le sue parole mi sconvolsero di nuovo.

“Senti Manuel, ma in Spagna ce l’hanno tutti come il tuo?”

La guardai esterrefatto! Non avevo il coraggio di intervenire. Mi sentivo solo umiliato.

“Cosa signora?” le rispose fingendosi innocente.
“Il cazzo! Il cazzo Manuel, in Spagna lo hanno tutti così gigante?”

Era ormai chiaro che fosse ubriaca. Almeno così speravo.

“Ah..” rispose lui “non lo so, non credo. Credo sia un cazzo normale come tutti no?”

Eva mi guardò per qualche secondo e poi bisbigliò qualcosa del tipo “..neanche se ne rende conto!”.

“No Manuel, non lo hanno proprio tutti così! Non ti rendi neanche conto di essere superdotato?”

“Non lo so signora, tuo marito non ce l’ha così?”

Volevo sprofondare nel nulla. Era l’ultima domanda che avrei voluto le facesse. Eva mi guardò ancora e poi si rivolse ancora a lui.

“Ehm… no Manuel… mio marito non ce l’ha proprio come il tuo! Non hai una cosa normale lo sai?”

L’uomo fece spallucce, come a non dare importanza alle parole di mia moglie.

Lei si voltò e non disse più nulla, mentre io mi sentivo umiliato e deriso.

Finalmente arrivammo davanti al portone dove viveva Manuel. Per tutto il resto del viaggio mia moglie guardò assorta fuori dal finestrino.

“Siamo arrivati, quello è il mio portone. Volete venire a vedere un attimo la mia casa?” ci invitò Manuel.

Intervenni subito! “No no dobbiamo scappare a casa!”

Ma mia moglie mi sbugiardò ancora davanti a lui.

“E dai non abbiamo nessuno che ci aspetta, ci ha invitati andiamo un attimo” e senza attendere la mia risposta aprì lo sportello e scese dalla macchina.

Rimasi per l’ennesima volta allibito!!

Manuel si diresse verso il portone e mia moglie lo seguì, noncurante della mia permanenza in auto. Uscii velocemente e li raggiunsi. Nello stato in cui era mia moglie dopo quello che aveva bevuto poteva perfino fare qualche cazzata, pensai.

“Ma non ci sono i tuoi amici in casa?” gli chiese Eva.

“Si ma hanno le loro stanze ed io la mia” le rispose serenamente.

Entrammo nel portone di una casa malandata, poi scendemmo le scale per raggiungere il piano inferiore, dove si trovava l’appartamento di Manuel. Appartamento… in realtà una bettola vera e propria. Praticamente una cantina.

Manuel aprì la porta e subito avvertii lo stesso fetore che aveva addosso.

“Eva ti prego andiamo via” bisbigliai a mia moglie. Ma lei neanche mi rispose, sembrava stregata.

Entrammo nella casa di Manuel, il puzzo aumentava. Ma mia moglie sembrava neanche sentirlo. La casa era sporca e disordinata, Manuel ci mostrò la sua camera, anch’essa molto disordinata.

“Così vivi qui?” chiese Eva candidamente
“Si, esatto, ti piace?”
“Beh è un posto carino”

Guardai Eva ed ebbi la convinzione che fosse stata drogata. Era impossibile che potesse dire una cosa del genere, neppure per galanteria.

“E a te piace?” mi chiese Manuel con lo sguardo di sfida.

Lo guardai e balbettai qualcosa “Io..ehm…sì…”

Manuel si mise seduto sul letto. E mi chiese: “Ma dimmi una cosa… tu sei in grado di sodisfare tua moglie?”

A quella domanda rimasi scioccato, guardai Eva cercando supporto ma lei non ebbe il coraggio di ricambiare lo sguardo. Poi Manuel mi pree per un braccio costringendomi ad avvicinarmi a lui, rimasi impietrito, inerme. Senza che quasi me ne resi conto mi sbottonò i pantaloni e me li tirò giù insieme alle mutande.

Il mio piccolo cazzo cominciò ad ondeggiare davanti a loro ed io mi sentii all’apice dell’umiliazione. Incapace di parlare e di reagire agli eventi.

Sentii solo il barbone afferrare il mio cazzetto con due dita, sollevarlo e dire a mia moglie: “Ma stiamo scherzando? Tu ti accontenti di questo?”

Eva non ebbe ancora una volta il coraggio di rispondergli, di prendere le mie difese. Completamente stregata da quell’uomo, si voltò dall’altra parte, per non ammettere l’evidenza. Lui lasciò il mio piccolo cazzo che tornò a ciondolare inerme, si alzò dal letto e si tirò giù i pantaloni rimanendo nudo, visto che non indossava le mutande.

A vederlo da vicino il suo cazzo sembrava ancora più grande. Lo mise accanto al mio e il paragone era schiacciante. Il mio cazzo sembrava quello di un neonato, a confronto del suo. La sua cappella era ancora coperta dalla pelle, ma si vedeva pulsare e la forma era già fin troppo appariscente.

Eva si girò a guardarci, abbassando lo sguardo tra le nostre gambe. Avrei preferito mi avessero ucciso piuttosto che subire quel confronto tanto umiliante davanti a mia moglie.

Poi Manuel prese Eva per un braccio e la avvicinò a noi. Mise la sua mano sul mio piccolo cazzo, forse ancora più piccolo per l’imbarazzante situazione. E si mise l’altra mano sul suo.

Mia moglie, in maniera indegna, li afferrò entrambi con decisione. In realtà prese il mio con due dita, mentre dovette usare l’intero palmo della mano per afferrare il suo bastone ancora moscio e probabilmente ancora sporco di piscio. Li tenne per qualche secondo entrambi in mano, poi il vagabondo prese l’iniziativa senza attendere consensi. La situazione ci era ormai sfuggita dalle mani.

Girò mia moglie verso di se e stringendola sul suo pancione le infilò la lingua in bocca proprio davanti a me. Eva non fece alcuna resistenza, anzi rimase con il cazzone di quello sconosciuto ben stretto in mano. Vidi la mano di mia moglie cominciare a segarlo e il cazzo di Manuel prese subito vigore, raggiungendo ben presto una dimensione sovrumana.

Ero impietrito nel vedere la mia Eva così piccola e minuta stretta tra le braccia di quell’uomo puzzolente. E per di più mentre teneva la sua enorme verga in mano.

Rimasi come un idiota a guardarli, con i pantaloni abbassati e il mio cazzetto assolutamente inerme.

Manuel si mise seduto sul letto costringendo mia moglie a lasciare la presa del suo cazzo. Poi le sollevò il vestito, lasciandola con il culo coperto solo dal collant. La fece sedere sul suo pancione, in questo modo il cazzone dell’uomo stava appoggiato come un palo di ferro sul culo di mia moglie.

Eva non proferiva parola, ormai totalmente succube di quell’uomo. Lui le sollevò completamente il vestito e glielo sfilò del tutto, lanciandolo in mezzo alla stanza. Poi la fece adagiare col suo piccolo corpo su di lui e le sganciò il reggiseno. Sembrava una bambina sopra un gigante. Le tette di Eva uscirono fuori in tutto il loro splendore, notai che aveva le punte dei capezzoli durissime, era evidentemente eccitata all’ennesima potenza. Anche il reggiseno volò lontano.

Mi stava spudoratamente tradendo davanti ai miei occhi. E senza alcun ritegno.

Ricominciarono a pomiciare davanti a me ed Eva strusciava i capezzoli sul corpo di quell’uomo. Poi lui le afferrò con forza le tette e cominciò a succhiargliele. Mentre lo faceva mi guardava con aria di sfida e io lo guardavo impietrito. Non potevo andarmene lasciando mia moglie con quel bastardo.

Eva impazziva ogni volta che le succhiavo i capezzoli, era un suo punto debole. Per cui non le ci volle molto per andare completamente fuori di testa. Portò la mano dietro di se a cercare la mazza vigorosa di Manuel e una volta trovata ricominciò a segarla furiosamente. Era completamente attratta da quell’enorme cazzo. E io non potevo farci nulla. O perderla o assecondarla.

Mia moglie scese dal pancione dell’uomo e si mise accanto a lui sul letto. Senza degnarmi di uno sguardo cominciò a guardare con ammirazione il suo enorme uccello e lentamente gli tirò giù la pelle per fargli uscire tutta la cappella. Quando fu tutta fuori, dovetti constatare che la sua punta era di dimensioni esagerate, come del resto tutto il suo cazzo che doveva superare di gran lunga i 20 centimetri.

Temevo quello che poteva ormai succedere, ma non feci in tempo a pensarlo che vidi Eva spalancare la bocca in maniera innaturale per riuscire a far entrare una cappella tanto larga. Con mio disappunto, ci riuscì. Tutta la cappella di Manuel sparì nella bocca di mia moglie e lei cominciò a pomparlo con una foga mai vista prima in lei. Riusciva a prendergli in bocca solo la cappella e una piccolissima parte dell’asta. A pensare che il mio lo poteva prendere tutto …

Mi tornò in mente il fatto che quell’uomo aveva pisciato poco prima e che sicuramente aveva ancora la cappella pisciosa. Mi fece schifo pensare che adesso mai moglie gliela stava ripulendo con la lingua. Mentre lo pompava Eva alzò un attimo lo sguardo verso di me, poi mi guardò tra le gambe e nel vedere il mio minuscolo cazzo moscio riprese a succhiare il cazzone del barbone con ancora più foga.

Lui mi guardava sorridendo, soddisfatto, stava riuscendo nel suo intento di farsi mia moglie davanti a me.

Mentre mia moglie si prendeva cura del suo cazzo ormai di dimensioni esagerate, Manuel si spogliò completamente nudo. Era visibilmente grasso, mi resi conto che mia moglie era impazzita solo per le dimensioni incredibili di quel cazzo.

Appena fu completamente nudo sfilò il cazzo dalla bocca di mia moglie che glielo aveva ormai insalivato dalla punta fino agli enormi coglioni. Che sembravano essere esageratamente pieni da quanto erano gonfi.

Eva si mise in ginocchio sul letto e lui le tirò giù le calze fino alle ginocchia, lasciandola con il culo coperto solo dal piccolo filo del perizoma davanti a me. Mia moglie ha sempre avuto un culo stupendo di cui ero gelosissimo. E adesso quel meraviglioso culo era avvolto dalle manone di quel barbone puzzolente. Glielo palpava senza ritegno e lei se lo lasciava fare gemendo dalla voglia.

Mi resi conto che in quel momento Eva era completamente sua. Poi, per la prima volta, Manuel si rivolse a me.

“Invece di stare solo a guardare, renditi utile. Sfila le scarpe della troia di tua moglie, muoviti”.

Avrei potuto rispondergli, incazzarmi. Ma non lo feci, ero come stregato dalla sua voce, dai suoi ordini. Dalla sua sicurezza nel darmeli. Sfilai una dopo l’altra le scarpe di Elena e le lasciai cadere sul pavimento. Lui la prese di peso e se la mise di nuovo sopra, ma stavolta con la schiena sul suo pancione grasso.

“Ora annusa i piedi di tua moglie e lentamente sfilale le calze” mi ordinò sghignazzando orgoglioso della conquista fatta.

Mi inginocchiai ai piedi del letto e cominciai ad annusare le dita dei piedi di Elena ancora inguainate nelle calze nere. L’odore dei suoi piedi era abbastanza forte ed era come una droga che mi entrava in circolo.

“Sfilale le calze a questa porca, poi baciale i piedi nudi brutto minidotato del cazzo!”

Eseguii anche questo ordine. Sfilai lentamente le calze di Elena che rimase a piedi nudi. Cominciai a baciarle le dita dei piedi puzzolenti. Mia moglie mi guardava soddisfatta mentre lui le palpava le tette e i capezzoli che sembravano esploderle da quanto erano duri. Le teneva le punte tra due dita e ci giocava come fosse una bambolina nella sue mani.

“Adesso sfila le mutandine a tua moglie e annusale”

Eva sollevò il culo per aiutarmi a sfilarle le micro mutandine, adesso era completamente nuda sopra di lui. Il maestoso cazzo dell’uomo svettava imperioso tra le cosce di mia moglie.

“Annusa quelle mutandine e dimmi come sono”

Avvicinai l’intimo indumento di Eva al naso.

“Sono fradice e parecchio .. odorose.. di fica…” gli dissi umiliandomi.

“Sei ancora convinto di poter sodisfare questa troia con quel ridicolo pisellino che hai tra le gambe?” mi chiese ridendo.

“No… non sono più convinto…”
“Bravo cornuto, dimmi di cosa ha bisogno tua moglie”
“Credo… che… abbia bisogno … di … un cazzo più grande…” gli dissi umiliandomi ancora.

Eva sembrava in estasi, con le cosce stringeva il palo di carne di quell’uomo che gocciolava lungo l’asta.

Poi sollevò Eva tenendola da sotto le cosce e costringendola a spalancarsi davanti a me.

Vidi la fica completamente depilata di mia moglie gocciolare i suoi umori sulle cosce di quell’uomo, come una troia in calore.

“E’ fradicia non è vero?”
“Si…..”
“Sta gocciolando non è vero?”
“….si….”
“Leccagliela!” mi ordinò ancora.

Mi avvicinai alla fica di Eva e cominciai a leccarla mentre l’enorme cazzo turgido di Manuel era pochi centimetri sotto di me.

Mia moglie cominciò a gemere forte “Oooooooh siiii bravo leccala bene cosìììììììì!!!”

Mentre gliela leccavo sentivo l’odore forte del cazzone di quell’uomo invadermi le narici.

“Ora pulisci il mio cazzo” mi ordinò senza ritegno “Afferralo con forza e inizia a pulirmi la cappella con la lingua”

Mi feci coraggio, non avrei mai pensato in vita mia di ridurmi a questo. Impugnai quel bastone di carne e rimasi impressionato dal suo diametro. Non potevo chiudere la mano da quanto era largo e nodoso. Aveva tutte le vene gonfie sull’asta e la cappella era fradicia e coperta di una schiuma bianca di sperma.

Rimasi per qualche secondo interdetto a guardare quell’enorme cappella, cercando il coraggio per farlo. Ma non ci fu il tempo di pensarci molto, perchè con la sua manona mi spinse la testa con forza e mi costrinse ad accogliere quell’enorme glande in bocca. Aveva un sapore cattivissimo, un misto di sborra e piscio. Mi muoveva la testa su e giù costringendomi a sforzarmi per pomparlo. Quando fu soddisfatto mi liberò dalla presa.

“Bravo cornuto di merda, adesso impara come si scopa una troia come questa. Anche se in realtà non sarai mai in grado di farlo con quell’inutile cazzo che ti ritrovi tra le gambe”

Prese in braccio Eva, la sollevò in aria e poi se la posizionò sopra. Quando mia moglie si ritrovò la cappella di quell’uomo appoggiata alle labbra della fica, ebbe un attimo di lucidità.

“Fai piano ti prego, non ho mai preso nulla del genere, non sono abituata a certe misure. Rischi di spaccarmi tutta…”

“Stai tranquilla” la rassicurò lui “dopo il primo schock vedrai che ti allargo talmente tanto questa fichetta che poi non potrai più fare a meno di questa misura”

La mia paura più grande era proprio quella. Che dopo essere entrato lui con quell’arnese, io non avrei mai più avuto alcuna speranza di riuscire a farle sentire il mio. La avrebbe allargata troppo per me.

Vidi Manuel afferrare la grossa mazza alla base e cominciare a strofinare veloce la sua enorme cappella sulle labbra e sul clitoride gonfio di mia moglie. Da dietro di loro avevo purtroppo una visione perfetta di quello che le stava facendo. Mi sentivo cornuto e umiliato. Stava usando mia moglie davanti ai miei occhi, senza alcun rispetto per me.

Dopo qualche istante mia moglie lanciò un urlo fortissimo e mi accorsi che la cappella del barbone era entrata dentro di lei sforzandola in maniera disumana. Lui cominciò lentamente ad affondare la sua cappellona nel corpo di Eva e lei urlò ancora più forte.

“Ahiaaaaaa!!! Piano!!! Mi stai lacerando tutta!!! Ahiaaaaaa”

Ma invece di sfilarsi da quel palo nodoso come avrei sperato, continuava a cavalcare lentamente l’enorme cappella con l’intento di aprirsi per lui.
Vedevo gli umori bianchi della fica di mia moglie scorrere lungo l’asta di quell’uomo e ricoprirla completamente. Lei era fradicia iin una maniera disumana e questo certamente facilitò la penetrazione.

Infatti, dopo qualche secondo, circa metà dell’asta del vagabondo era piantata nella pancia di mia moglie. Ero scioccato nel vedere quanto gliela stava alargando, sforzando. Le pareti vaginali di Eva stavano completamente cedendo.

“Oddiooooooo è una sensazione pazzesca!!! Mi sento tutta piena amore!!!!” furono le prime parole rivolte a me.
“Ti fa male?” le chiesi preoccupato
“Si! Mi fa ancora male, mi brucia tanto!!! Ma è una sensazione pazzesca!!!! Ooooooooooooh” mi rispose andando su e giù su quell’enorme mazza.

Vedevo le labbra di mia moglie avvolgere completamente l’asta di Manuel e scorrere su di essa ad ogni pompata. Era evidente che la stava riempiendo in un modo assurdo.

“Hai visto che piano piano ti allarghi?” le disse Manuel
“Oooooooh siiiii lo sento!!! Mi stai spalancando completamente!!! Mi stai facendo diventare donna!!!!”

Le parole di Eva furono una pugnalata al cuore. Confermavano che io non ero in grado di farla sentire donna. Che il mio piccolo cazzo non poteva in alcun modo darle soddisfazione.

“Ahahahahahah” rideva di gusto Manuel “E tu cornuto vieni qua, avvicinati!”

Mi avvicinai a lui come mi aveva ordinato, mi prese il cazzetto e cominciò a farmi una sega con due dita.

“Vediamo se almeno ti diventa duro questo pisellino”

Poi, senza avvertirmi, me lo prese in bocca e cominciò a succhiarmelo con una abilità tale che me lo fece davvero diventare duro. Quell’uomo ci stava usando tutti e due, mentre faceva cavalcare Eva mi succhiava il cazzo con maestria. Nel frattempo la mano di Manuel si era infilata tra le mie cosce e con il dito medio aveva cominciato ad accarezzarmi il buco del culo.

Ero completamente in trance per tutto quello che stava accadendo e neanche mi accorsi che il suo dito mi stava lentamente penetrando l’ano. Solo qundo fu completamente dentro il mio culo mi resi conto che mi stava facendo un ditalino anale mentre mi succhiava la cappella.

Mi girai verso Eva e mi accorsi che ormai era riuscita a far entrare nella sua fica praticamente tutta l’asta di quell’uomo. Urlava e godeva come una forsennata. Come la più troia delle troie.

“Aaaaaaaaah!!! Oddiooooo!!! Siiiiiii!!! Mi spacchi tutta!!!! Come godoooooo!!!!” e continuava a sborrare a ripetizione sui coglioni di Manuel. Nel sentirla urlare così non riuscii a trattenermi e sborrai come un idiota cornuto nella bocca di quell’uomo, che ingoiò il mio sperma fino all’ultima goccia. Quindi mi sfilò il dito dal culo e solo in quel momento mi resi conto di quanto mi bruciasse il foro anale.

Mi allontanai da lui e seduto sul letto con il cazzo di nuovo moscio, fui costretto ad assistere alla parte finale della chiavata di mia moglie. Che continuava a cavalcare e urlare.

Manuel mise le mani sul culo nudo di Eva e cominciò a spingerla a se in modo da farle arrivare la cappella fino alle ovaie.

“Ora cornuto del cazzo guarda bene come finisco di aprire tua moglie” mi disse provocandomi.

“Oddio mi sbatte in fondo!!! Mi arriva dove mai nessuno è arrivato!!! Lo sento dentro l’utero!!!!”

Ero affranto e consapevole di essere ormai un cornuto. Manuel avrebbe lasciato un segno indelebile dentro la fica di Eva.

“Ti apro tutta troia!!!” le gridò lui mentre le affondava con violenza il cazzo in fica.
“Siiiii vengooooo! Vengo ancoraaaaaaaaaaaaa!!!” gli rispose lei

Dopo qualche istante dalla vagina di mia moglie vidi uscire una quantità incredibile di sborra e capii che quel porco le aveva schizzato il suo sperma sulle ovaie.

Eva rallentò la cavalcata fino a fermarsi. Lentamente si sfilò il palo di Manuel dalla fica e rimasi ancora una volta scioccato nel vedere com era ridotto il buco della sua vagina. Era completamente dilatata. Ci avrei potuto vedere dentro. Appena la cappella uscì dal suo ingresso vaginale, dalla fica di Eva sgorgò fuori una quantità tale di sperma che io avrei dovuto venire almeno dieci volte per produrne tanta. Quell’uomo probabilmente non si svuotava da parecchio tempo. E aveva scelto proprio mia moglie per farlo.

Nel frattempo Manuel era crollato sul letto. Si era addormentato profondamente dopo aver sverginato per la seconda volta la mia consorte.

Eva si rivestì in fretta senza parlare. Io feci lo stesso. Uscimmo di casa e salimmo in macchina, senza dirci una parola. Quella serata ci aveva sconvolti entrambi, per motivi diversi. Mia moglie si teneva una mano tra le gambe, era ancora evidentemente dolorante.

Arrivammo a casa ed Eva si preparò una camomilla per farsi degli impacchi caldi alla fica, perchè quell’enorme cazzo la aveva davvero sfondata.

Io mi misi a letto e lei mi raggiunse poco dopo. Ovviamente di fare sesso non se ne parlava. Eva spense la luce.

“Ti fa ancora male?” le chiesi
“Mi brucia…”
“Avevi almeno preso la pillola?”
“Mi pare di si….”

Con quell’atroce dubbio cercai di addormentarmi.

 

— FINE PRIMA PARTE —

 

Nelle prossime puntate:

Eva sarà rimasta incinta dopo il rapporto sessuale con Manuel?

Cosa aspetterà ancora al cornuto Pietro?

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