Violentemente cornuto - DarkOct02

Violentemente cornuto

Erano le 21 in punto. Lo ricordo troppo bene. Io e mia moglie eravamo tranquilli in salotto, davanti alla televisione, come ogni sera.

Da quando anche l’ultima figlia era andata ad abitare da sola nella nostra casa regnava la tranquillità matrimoniale.

Io e mia moglie Ursula, di origine russa, avevamo cominciato a goderci la nostra ritrovata vita di coppia. Seppure non fossimo più ragazzini, io 55 anni e lei 52, ci amavamo come il primo giorno. Ci eravamo conosciuti tanti anni prima durante una vacanza al mare, lei era in Italia con le amiche ed io in ferie con i miei amici. Poco più che ventenni.

Fu amore a prima vista, tanto che lei decise di trasferirsi in Italia, trovò un buon lavoro come infermiera all’ospedale locale e poco dopo ci sposammo. Dal nostro matrimonio sono nati due figli, Mauro e Cristina. Mauro già sposato e con un figlio di 5 anni che è la nostra gioia perchè ci ha resi nonni. E appunto Cristina che, come detto, era appena andata via di casa per andare a convivere con il fidanzato. E noi “vecchietti” rimasti da soli nella porzione di colonica in campagna a goderci la nuova vita.

Quella che sto per raccontare era una serata iniziata come tante, una cena frugale perchè, si sa, fa male mangiare troppo la sera. E l’appuntamento con il telefilm alla televisione. E forse, quella sera, ci saremmo anche concessi del buon sesso. Che non fa mai male.

Suonarono i rintocchi dell’orologio a pendolo, segnavano appunto le 21. Ma quella volta non furono loro a distogliere la mia attenzione dall’arrivo della scientifica sul luogo del crimine. Fu un altro rumore. Uno scricchiolio inusuale. O almeno, inusuale se non eravamo noi a provocarlo. Lo riconobbi subito, perchè mi ricordai di non aver ancora unto i cardini della porta che dà sul retro, sul cortile interno alla colonica.

Perchè dunque quel rumore? C’era forse qualcuno che aveva aperto la porta? A volte capitava che la anziana vicina venisse da noi a chiedere qualcosa che le mancava in cucina, ma mai a quell’ora visto che probabilmente dormiva già da almeno un’ora. E quella sera non ci doveva essere nessun’altro, perchè la famiglia che abitava nell’ultima parte di colonica era partita proprio il giorno prima per le ferie. Era infatti una sera di agosto. Il 7 agosto, non me lo potrò mai più scordare.

Mi alzai dal divano, mia moglie non si era neppure accorta di quel rumore quindi, per non spaventarla, finsi di andare a prendere un bicchiere d’acqua. Del resto, la porta che scricchiolava, era proprio quella della cucina. Mi avvicinai alla porta e mi accorsi che era aperta. Molto strano che io o mia moglie ci fossimo dimenticati di chiuderla. Mi guardai intorno e vidi i coltelli di cucina nell’espositore. fui tentato di prenderne uno. Ma poi ci ripensai, mi sembrò esagerato. E poi se mia moglie fosse venuta in cucina si sarebbe spaventata a morte.

Decisi così di dare una veloce occhiata fuori dalla porta. Probabilmente era solo una porta lasciata aperta e il vento muovendola la aveva fatta scricchiolare. Vidi che fuori non c’era nessuno. Mi ero spaventato per nulla. Nel cortile notai una lattina vuota abbandonata. I soliti incivili, pensai, senza neanche chiedermi chi potesse averla lasciata in terra. Mi avvicinai, mi chinai per raccoglierla e poi fu il buio.

Quando mi risvegliai ero legato e bendato seduto sul divano. Cercai di urlare, mentre avvertivo un forte dolore alla testa. Capii che qualcuno mi aveva colpito. Ma dalla mia bocca uscì solo un lamento strozzato, perchè mi avevano tappato la bocca. Sentivo solo qualcuno che camminava per la stanza e non sembrava essere mia moglie.

“Il vecchietto si è risvegliato” furono le terribili parole di un uomo che sentii entrarmi nelle orecchie.

Pronunciate in un dialetto forse dell’est. Poi qualcuno mi tolse la benda dagli occhi. E vidi quello che non avrei mai voluto vedere. Davanti a me c’erano due uomini incappucciati. dall’altra parte del divano mia moglie, anche lei legata, ma non sembrava essere stata colpita. La vedevo “solo “agitarsi, sicuramente era anche lei nel panico.

Non potevo urlare, non potevo intervenire, non potevo fare nulla.

“Dove sono i soldi??” mi urlarono con il solito accento straniero.

Gli feci cenno col capo di andare nell’altra stanza dove avevo i pantaloni con il portafoglio ancora dentro.

“Parli di questi spiccioli?” mi interrogò un altro con lo stesso accento e con il mio portafoglio in mano.

Ero terrorizzato, a fatica riuscivo a connettere. Poi nella stanza entrò un altro uomo, anche lui incappucciato. Disse che in casa non aveva trovato altro, ma questa volte in un accento africano.

“Non hai altri soldi nonno? E come facciamo adesso? Dobbiamo farci pagare da tua moglie?”

Cercai di urlare per scongiurarli di lasciarla stare ma l’uomo con l’accento africano la fece alzare dal divano, la strinse a se e mi fece capire che non stavano scherzando.

In casa non avevo veramente altri soldi, ero ormai pronto al peggio. Sembravano davvero decisi e spietati nelle loro azioni. Mia moglie piangeva, terrorizzata.

Ursula era ancora una bella donna e fu l’unica volta nella mia vita che avrei preferito non lo fosse. Almeno, forse, l’avrebbero lasciata in pace.

“E’ molto bella tua moglie nonno” mi provocò uno di loro “Vogliamo vedere come è fatta?”

Cominciai a scuotere il capo cercando di implorarli di non farlo. Mia moglie era chiaramente vestita da casa, con un abito fino alle ginocchia. Uno di loro cominciò ad aprirle il vestito facendole saltare i bottoni. Il vestito si aprì e finirono di stapparglielo di dosso. Ursula rimase davanti a loro e a me solo con il reggiseno e le mutandine.

Era spaventata a morte. Tanto che cominciò a farsi la pipì addosso.

“Hey guardate come piscia la signora!!” disse uno ridendo.

Quello che la teneva da dietro le mise una mano tra le gambe. Solo allora mi resi conto che era un uomo di colore. Ursula continuò a farla sulla mano di quell’uomo e sul pavimento.

“Sentite che pisciona che è questa troia” disse l’africano mentre la pipì di mia moglie gli scorreva sulle dita per poi cadere rumorosamente sul pavimento.

Quando mia moglie finì lui si portò la mano sul viso e cominciò ad annusarsi le dita bagnate dall’urina di Ursula. Mi faceva veramente schifo quel porco bastardo!

“Hey nonno lo sai che la tua signora è veramente una bella donna?” disse il terzo umiliandomi.

In effetti mi deridevano a ragione, perchè io dimostravo molti più anni di mia moglie. Che nonostante l’età era ancora una donna molto piacente. Io ero orgoglioso di quanto fosse ancora bella, ma quel giorno maledii la sua bellezza perchè avrebbe potuto diventare la nostra rovina.

Ursula era rimasta in reggiseno e mutandine davanti a me e purtroppo anche davanti a loro. Che se la guardavano con chissà quali intenzioni. Sentii gelare il sangue nelle mie vene per quello che sarebbe potuto accadere. Indossava un normalissimo intimo bianco, ma notai che era piuttosto trasparente. Dal reggiseno si intravedevano i suoi capezzoli e quelli di mia moglie sono sempre stati molto grandi e ben visibili. Senza considerare poi che si era fatta la pipì addosso dalla paura, quindi le sue mutandine erano diventate ancora più trasparenti, lasciando apparire chiaramente il suo pelo biondo naturale attraverso il tessuto fradicio.

L’africano buttò mia moglie sul divano e si avvicinò a me.

“Guarda nonno cosa ha fatto la tua mogliettina, mi ha pisciato sulla mano

“Sei un animale!” cercai di urlargli ma le mie parole uscirono incomprensibili.

Il porco mi mise la sua mano bagnata sul viso e mi disse “Tieni nonno puliscimi dal piscio di tua moglie”. L’odore dell’urina di Ursula era mischiato a quello della sua pelle e mi fece venire l’urto di vomito. Più che altro per la paura di quello che poteva accadere ancora. Temevo che alla fine ci avrebbero ammazzati.

“Vediamo come il nonno scopa la sua moglie” propose uno di loro terrorizzandomi per quello che potevano voler fare.

Mi cominciarono a trappare i vestiti di dosso, poi mi sfilarono i pantaloncini che usavo per stare in casa e infine mi sfilarono di forza le mutande. Poi mi buttarono in terra davanti al divano tutto nudo. Cominciarono a ridere per le dimensioni del mio pene. In effetti non ero mai stato molto dotato ma questo con Ursula non era mai stato un problema. Inoltra ero pure spaventato per cui il mio cazzo era moscio e molto piccolo. Più del solito. Tolsero la benda dagli occhi di Ursula e la costrinsero a guardarmi nudo sul pavimento. Lei era in evidente stato di choc e continuava a singhiozzare. Io cercavo di rimanere lucido ma questo mi spaventava ancora di più perchè ero conscio di tutto quello che stava accadendo.

L’africano mi prese il cazzo in mano e me lo tenne su con due dita in modo da deridermi.

“Come fai signora a godere con questo cazzo piccolo? Questo è cazzo di bambino” disse scatenando le risate di tutti gli altri.

Cominciaroon tutti a toccarmi il cazzo, mi tirarono giù la pelle per fare uscire la cappella e mi dissero che con quella potevo far godere solo una gallina. Mi prendevano i testicoli in mano e dicevano che ero impotente. Poi cominciarono a darmi dei pizzicotti sul pene tanto da farmi male.

“Adesso ti faccio vedere come gode tuo marito”disse poi l’africano facendomi spaventare per quello che poteva aver deciso di farmi.

Mentre gli altri due mi tenevano il nero mi sollevò le gambe e mi mise una mano sul culo. Cercai di dimenarmi ma non mi fu possibile. Sentii il suo dito che entrava tra le mie chiappe e presto raggiunse il mio ano. Cominciò a spingere il dito, cercai di resistere ma il mio buco del culo dovette cedere e quel grosso dito mi entrò nel sedere. Mi fece male. Urlai. Non si fermò fin quando tutto il suo dito fu completamente dentro il mio culo. E tutti ridevano umiliandomi.

“Guarda come gli piace godere al tuo marito” disse uno di quelli dell’est, mentre il nero cominciò a scoparmi il culo muovendo il dito con forza ne lmio sfintere. Mi bruciava da morire. Il suo dito era davvero grosso. Ed io ovviamente vergine. Mentre lui mi stuprava col dito un altro mi faceva una sega deridendomi perchè il mio cazzo (ovviamente) rimaneva molle. Finalmente dopo qualche minuto sfilò il dito dal mio foro anale che adesso faceva un gran male. Era entrato con la forza, forse graffiandomelo. Anche l’altro lasciò la presa sul mio cazzo che cadde sulla mia coscia. Non avevo mai subito un’umiliazione simile in vita mia.

“Vuoi vedere un vero cazzo signora?” chiese uno di quelli dell’est a mia moglie. Vidi Ursula scuotere la testa e capii che purtroppo era ben conscia anche lei di quello che ci stava succedendo.

Senza tenere minimamente conto del suo diniego cominciò a sbottonarsi i pantaloni, li fece cadere ai piedi e poi si tirò giù le mutande davanti a Ursula. Che d’istinto chiuse gli occhi ma lui la prese per i capelli e la costrinse a tenerli aperti. Dovette guardare il suo membro per forza. Ero sempre stato geloso di mia moglie e adesso la vedevo conun cazzo a pochi centimetri dal suo viso. E non era certo il mio. Non lo aveva completamente duro, ma già così appariva molto grosso. Non lunghissimo ma veramente largo. Se lo prese in mano e cominciò a sventolarlo davanti agli occhi di mia moglie. Che doveva assistere a quel gioco perverso. Si tirò fuori la cappella davanti a lei e la aveva veramente grossa. Adesso ero davvero terrorizzato per quello che avrebbero potuto farle.

Anche il secondo uomo dell’est volle partecipare allo “spettacolo erotico” per mia moglie. Anche lui si tirò giu pantaloni e mutande  davanti a lei che adesso aveva due cazzi davanti agli occhi. Il secondo non era grosso come il primo ma era più lungo. Entrambi comunque erano di una dimensione a cui Ursula non era minimamente abituata.

L’africano diede una spinta agli altri due dicendogli qualcosa di incomprensibile, probabilmente nella sua lingua di origine. Si piazzò davanti a mia moglie. Si tirò giù i pantaloni della tuta, lui non indossava mutande. E quello che uscì fuori sobbalzando davanti allo sguardo impietrito di mia moglie non era un cazzo! Era una terza gamba!! Lo guardai terrorizzato, gli arrivava a metà gamba ed era larghissimo, con la cappella già tutta fuori ed enorme.

“Questo è un cazzo signora” disse a mia moglie che rimase attonita a guardarlo ciondolare imperioso davanti ai suoi occhi. Sembrava il cazzo di un cavallo.

Poi mi costrinsero ad alzarmi e mi fecero mettere accanto a loro. Mia moglie dovette assistere anche a questa mia umiliazione. Il confronto con i loro cazzi era impietoso. Il mio sembrava davvero quello di un bambino. In confronto a quello nero sembrava addirittura una nocciolina.

Mi ributtarono a terra e si spogliarono completamente. Ormai sapevo cosa sarebbe accaduto. E lo sapeva probabilmente anche Ursula. Che infatti tentò di scappare, ma la ripresero per un braccio e la buttarono di nuovo sul divano. Tenendosi i cazzi in mano cominciarono ad avvicinarsi tutti e tre a mia moglie, masturbandosi davanti ai suoi occhi. Cercò ancora di chiuderli per non assistere a quello spettacolo non voluto, ma le tirarono ancora forte i capelli costringendola a guardare.

A turno strusciavano la loro cappella sul viso di mia moglie, che dopo poco era tutta sporca dei loro umori. Ed io assistevo, completamente impotente. Poi uno di loro, quello col cazzo più piccolo dei tre, cominciò a strusciare la cappella bagnata sulla bocca di Ursula, che teneva le labbra chiuse.

“Apri quella cazzo di bocca brutta troia” le ordinò il bastardo tirandole ancora i capelli. Ursula dovette aprirla e poco dopo fu costretta ad accogliere in bocca quel grosso cazzo. Abbassai la testa per non vedere, per non soffrire più di quanto stessi già facendo.Ma i rumori erano inequivocabili, mia moglie lo stava spompinando. Quando trovai il coraggio di rialzare lo sguardo vidi mia moglie con la bocca piena di quel cazzo che le arrivava in gola, soffocandola ad ogni affondo. Poi quel cazzo uscì e l’altro più grosso era già pronto a sostituirsi.

Questa volta mia moglie dovette spalancare la bocca in maniera innaturale, perchè il secondo cazzo aveva un diametro spaventoso. Il secondo cazzo andò a incastrarsi nella bocca di Ursula, che faticava a respirare con la bocca così piena. Sembrava avesse in bocca un tubo. Lui gli muoveva la testa per cercare di farsi spompinare, ma per lei risultò molto difficile. Vedevo l’asta enorme e piena di saliva di quell’uomo scorrere tra le labbra di mia moglie e del liquido cadere dalla sua bocca. Probabilmente saliva mista alla sborra che gli usciva dalla cappella, che le cadeva sul reggiseno e sulle cosce nude.

Mentre mia moglie era tenuta impegnata da quel grosso tubo di carne, il nero le sganciò il reggiseno. Ursula non reagiva neanche più, era ormai completamente nelle loro mani. Lasciò che le sfilassero il reggiseno e le sue grandi tette si presentarono alla loro vista. Subito il nero e l’altro cominciarono a palparle, una per uno. Mi sentivo morire a vedere mia moglie usata da altri. Usata in maniera così depravata. Le prendevano le punte dei capezzoli con le dita e gliele tiravano facendole male. Il nero prese la grossa punta del capezzolo di mia moglie e cominciò a ruotarla come se cambiasse stazione alle vecchie radio.

Nel frattempo l’altro bastardo, per il momento soddisfatto, sfilò il cazzo dalla bocca di mia moglie rimanendo per qualche secondo attaccato a lei da tantissimi filamenti di sborra. Era il turno del nero, ne ero certo. Infatti si prese in mano il bastone che gli ciondolava tra le gambe e lo infilò in bocca a Ursula. Che fu costretta a spompinare adeguatamente anche lui. Era grosso come il precedente ma questo era talmente lungo che solo metà entrava in bocca a mia moglie. Che cercava di accontentarlo per non rischiare il peggio. Mentre gli enormi testicoli del nero le ciondolavano davanti al viso.

Gli altri due erano pronti e non aspettarono che il nero finisse il suo turno. Afferrarono le mutandine di mia moglie e gliele sfilarono con la forza. Ora era completamente nuda. Ora me la avrebbero spaccata. Ne ero certo. Mi chiedevo se tutto sarebbe mai stato come prima nei nostri rapporti sessuali dopo essere stata penetrata da cazzi tanto grossi.

Uno di loro tenne in mano le mutandine di mia moglie, cominciò ad annusarle e venne verso di me:

“Senti come odora la fica di tua moglie, senti l’odore del suo piscio, sentilo ora perchè tra poco nella sua fica sentirai solo l’odore della nostra sborra” poi prese le mutande e me le cominciò a strusciare sul viso.

L’odore dell’urina di mia moglie era molto forte, erano completamente zuppe di pipì. Una volta era stata una mia fantasia provare a farmi fare pipì addosso da Ursula, ma mai avrei immaginato che sarei entrato in contatto con il liquido della sua vescica in quel modo.

Nel frattempo vedevo l’altro uomo che con forza spalancava le cosce a mia moglie. Lei ormai si lasciava fare tutto, non aveva alcuna possibilità di reagire. Mise i piedi di Ursula sul divano e si inginocchiò tra le sue gambe. E io vedevo tutto. In maniera terribilmente chiara. Mia moglie era completamente esposta a lui, vedevo il suo pelo biondo e le grandi labbra spuntare dal pelo. Ursula aveva sempre avuto le labbra della fica molto molto grandi. E un lungo taglio vaginale.

“Ragazzi guardate che fica ha la signora!!!” disse l’uomo tra le sue gambe. Parole che mi trafiggevano il cuore. Un porco bastardo che si stava gustando la vagina di mia moglie.

Il nero sfilò il cazzone dalla bocca di mia moglie che finalmente potè ricominciare a respirare più agevolmente. Adesso tutta l’attenzione dei tre delinquenti era rivolta al gioiello che Ursula custodiva tra le cosce.

Il nero e un altro presero mia moglie per i piedi e le spalancarono le gambe, costringendola a stare in una posizione veramente oscena davanti a loro. Mia moglie aveva la testa girata da un’altra parte, come a volersi completamente estraniare da quello che succedeva al suo corpo.

“Che bella figa grande hai signora” disse quello di colore esaltando le enormi labbra di mia moglie adesso in bella vista.

Quello accovacciato tra le sue cosce allungò le mani verso la vagina di Ursula e con le dita le spalancò le grandi labbra. Tutti le guardavano dentro la fica adesso.

“Guardate però che piccolo buco della fica, suo marito non è stato in grado di aprirla per bene con il suo piccolo cazzo” disse quello davanti a lei.

“Adesso ci pensiamo noi” lo rassicurò il nero.

Altre parole che mi terrorizzarono. Me la avrebbero rovinata. Usata senza ritegno davanti a me.

L’uomo inginocchiato avvicinò il viso a mia moglie e cominciò a leccarle la fica avidamente. Sentivo i rumori provocati dalla sua lingua sul clitoride e sulla labbra carnose di mia moglie e stavo per svenire. Era davvero troppo quello a cui dovevo assistere. Uno stupro di gruppo a mia moglie. Come avremmo potuto mai superare questa cosa?

Mentre quello continuava a giocare con la vagina di Ursula, gli altri due che la tenevano per i piedi cominciarono a leccarle le dita e le piante. Il nero si infilò tutto il piede di mia moglie in bocca e cominciò a ciucciarlo con foga. Finito di gustarselo disse:

“Forza ragazzi è il momento di portarla sul letto e farla divertire”

Due di loro presero Ursula con la forza, la fecero alzare dal divano e la condussero nella nostra camera da letto.  Il terzo prese me e mi costrinse a seguirli. Volevano che vedessi tutto. Che fossi partecipe alle violenze su mia moglie. Che fossi cornuto.

Mi legarono ad una sedia che posizionarono davanti a letto, unico spettatore di quel porno violento con protagonista la mia consorte.

Ursula non reagiva più, rassegnata ormai a dover compiacere quei tre maschi.

La fecero sdraiare completamente nuda e cominciarono a usarla. Uno le spalancò nuovamente le cosce e ricominciò a leccarle la fica. Un altro era sul suo seno, glielo palpava con forza e le succhiava i grandi capezzoli. Il nero con l’enorme cazzo in mano si stava avvicinando alla sua bocca. Le sollevò la testa e con qualche difficoltà le infilò nuovamente il suo enorme tubo in bocca.

“E’ tutta fradicia questa troia” disse quello tra le sue cosce.

Non era possibile! Non poteva essersi eccitata! Sicuramente stava mentendo.

“Guardate qua le sta uscendo di tutto dalla fica” disse poi raccogliendo qualcosa dalle sue grandi labbra.

Possibile fosse davvero sborra di Ursula? Possibile che in una situazione del genere una donna potesse eccitarsi? Non lo credevo possibile.

“Hey nonno” disse il nero che si stava facendo spompinare da Ursula “credo proprio che tua moglie abbia bisogno di provare veri cazzi per una volta. Non è vero signora?”

Vidi mia moglie fare un gesto con la testa, mentre era impegnata con quel grosso arnese nero. Ero sicuro di essermi sbagliato, perchè quello mi apparve come un si.

Forse stava semplicemente acconsentendo alle loro richieste per paura di venire uccisa da quei balordi. Era sicuramente così.

“Dai tesoro fa vedere al nonno come sei brava a succhiare il mio bastone” la incitò l’africano.

Ursula per la prima volta reagì consenziente alle loro provocazioni. La sua mano si sollevò dal letto e andò a impugnare la base di quell’enorme manico di cioccolata. Adesso non era più lui a farsi spompinare, era lei a farlo.

Vidi la mano di mia moglie contenere a fatica quella dimensione di cazzo, ma adesso la muoveva velocemente segando l’uomo. Lui non le teneva più la testa, lei la muoveva su quella cappella autonomamente. Riusciva a prendere in bocca solo quella tanto era grossa, ma se la stava ciucciando avidamente.

Recitava una parte, povera Ursula.

Quello che le leccava la fica smise improvvisamente. Impugnò il cazzo e lo avvicinò all’ingresso vaginale di mia moglie. Era arrivato il momento che non avrei mai voluto.

“Adesso nonno guarda e impara come si fa a far godere tua moglie”

Dopo qualche secondo Ursula si staccò dal cazzo nero e lanciò un urlo. La conferma che il primo bastardo era entrato nella sua fica. Senza farsi scrupoli cominciò subito a pomparla con decisione mentre mia moglie si dimenava sul letto cercando di resistere. Gli altri la tenevano ferma mentre vedevo purtroppo bene il cazzo del maiale entrare e uscire dalla sua vagina con forza. Per la seconda volta rischiai di svenire. Era una scena davvero troppo forte per me.

Continuò a pomparla per qualche minuto mentre lei ad ogni affondo urlava. Poi il secondo uomo dell’est reclamò la sua parte e invitò il compare a lasciargli il posto. Il primo uscì dalla fica di mia moglie e mi resi conto, adesso che era veramente duro, di quanto fosse lungo il suo cazzo rispetto al mio. Ed era addirittura quello che lo aveva più piccolo dei tre.

Ora toccava a quello che lo aveva più largo, il primo che avrebbe veramente rovinato la fica di Ursula. Sembrava che avesse una lattina tra le gambe. Si posizionò anche lui tra le cose di mia moglie e appoggiò la sua larga cappella alle labbra. Cominciò a spingere trovando stavolta resistenza, perchè mia moglie non aveva davvero mai preso cazzi di tale diametro.

Vidi Ursula stringere con le mani le lenzuola, doveva essere davvero doloroso questa volta per lei.

Nel frattempo quello che se l’era appena scopata scese dal letto e venne verso di me.

“Guarda nonno” mi disse mettendomi il suo uccello ancora duro davanti al viso “guarda tua moglie come mi ha sborrato sul cazzo”.

Dovevo ammettere che lo aveva veramente tutto bagnato di umori.

“Tua moglie mi ha sborrato sul cazzo guarda” continuò a umiliarmi ed effettivamente sembrava davvero come diceva lui.

Il nostro dialogo fu interrotto da un urlo lancinante di mia moglie a indicare che la cappella esagerata di quell’uomo era riuscita a trapassarle il piccolo foro vaginale. Anche lui era dentro. Se la stavano facendo a turno. solo che questo non riusciva a pomparla subito veloce, perchè le pareti vaginali di Ursula facevano molta resistenza. Dovevano abituarsi a quella penetrazione inusuale.

Il nero intanto era montato sopra a mia moglie e si stava facendo fare una spagnola con le grandi tette di Ursula.

Lentamente, molto lentamente, il cazzone di quell’uomo cominciava ad affondare in lei, che continuava a urlare dal dolore. Me la stava rovinando tutta, la stava allargando come nessuno mai aveva fatto prima.

L’uomo accanto a me continuò a provocarmi e a umiliarmi:

“Il mio amico te la sta rompendo sai? Non potrà più sentire il tuo cazzo dopo” e purtroppo temevo avesse ragione.

“Non essere preoccupato divertiti anche tu” e a tradimento mi prese per i capelli, urlai e approfittando della mia bocca aperto mi infilò il suo cazzo. Stavo toccando il punto più basso della mia vita.

“Ora puliscimelo, nonno, dalla sborra della tua mogliettina” .

Mi muoveva la testa costringendomi a fargli un pompino, il suo cazzo aveva un sapore forte, puzzava ed era veramente tutto coperto di umori vaginali. Rischiai di vomitare. Mentre mia moglie continuava a urlare, evidentemente quel porco bastardo la stava aprendo tutta fino in fondo.

Dopo un paio di minuti finalmente sfilò il cazzo dalla mia bocca e io sputai in terra più volte. Sentivo in bocca il sapore della sua maledetta sborra.

Nel frattempo vidi che anche il secondo aveva cominciato a pompare Ursula, segno che la “strada” dentro la sua vagina era veramente spianata. Si era messo i suoi piedi sulle spalle, la aveva rivolta verso di me. Vedevo le piante dei piedi di mia moglie spuntare dalle spalle di un altro uomo e, abbassando lo sguardo, l’enorme tubo di quell’uomo distruggerle la vagina. Ogni tanto lui le prendeva in mano un piede e glielo leccava. Questo lo eccitava ancora di più perchè la pompava ancora più forte.

Quando le sfilò il cazzone dalla fica rimasi scioccato. Mia moglie aveva adesso la fica larghissima. Con le mani le spalancò le labbra, lo fece apposta per farmi vedere come la aveva ridotta. Il suo buco vaginale era stato allargato in maniera impressionante. Il ginecologo avrebbe potuto visitarle l’utero senza speculum da quanto era aperta adesso. Provai un enorme sconforto. E una immensa paura perchè sapevo che adesso era il turno dell’africano e la avrebbe rovinata definitivamente.

Il nero aveva il cazzo già pronto visto che nel frattempo lo aveva tenuto tra le tette di mia moglie e nella sua bocca. Ed aveva raggiunto ormai la sua massima dimensione. Enorme. Disumana.

Ma il loro gioco stavolta prevedeva la mia presenza ancora più “attiva”. Mi fecero alzare dalla sedia e mi buttarono sul letto ancora con le mani legate. A pancia in giù. Posizionarono Ursula su un fianco, in modo che la sua fica ormai tutta slabbrata fosse a pochi centimetri dal mio viso. Mi slegarono le mani, tanto non potevo certo scappare e mi costrinsero a mettermi a pecorina.

Quella volta vidi Ursula bella come non la avevo mai vista. Ed avevo una rabbia incontenibile perchè erano loro che stavano godendo della sua bellezza.

L’africano si posiziono a fianco di mia moglie, dietro di lei. Era ormai purtroppo chiaro la loro intenzione. Volevano che vedessi da vicino come lui la avrebbe scopata. Sapevo che sarebbe stata una cosa traumatizzante per me. Oltre ovviamente che per lei che doveva riuscire ad accogliere quel mostro dentro di sé.

Uno di loro teneva la gamba di mia moglie sollevata in aria in modo che il nero avesse facile accesso alla sua vagina.

“Adesso ti faccio vedere come ha bisogno di essere scopata tua moglie” mi disse l’africano.

Che impugnò l’incredibile bastone e cominciò a muoverlo proprio davanti alla fica di Ursula. Non potevo credere che sarebbe riuscita a prenderlo dentro. Anche se ora era visibilmente più larga di prima.

Poi con l’enorme cappella cominciò a giocare con le labbra della sua fica. Era impressionante vedere come le labbra di Ursula “abbracciavano” la sua cappella. Come la avvolgevano. Sembravano le braccia di uno scalatore appeso a una roccia.

Ursula aveva tutto il pelo biondo bagnato. Probabilmente i due precedenti glielo avevano sporcato con le cappelle. Non pensai minimamente che lei potesse essere eccitata. Lui adesso gli strofinava la sua immensa punta sul grande clitoride di mia moglie e dopo qualche secondo dalla bocca di mia moglie uscì un gemito. No, non potevo crederci. Non poteva essere un gemito di piacere. Non in quella situazione. Non con lui!

Ma dopo il primo gemito ne arrivarono altri. Guardai il viso di Ursula, aveva gli occhi chiusi, sembrava concentrata. E sembrava godere davvero del trattamento che gli stava riservando il maiale di colore.

Mi chiedevo se quei gemiti erano solo frutto di un piacere fisico incontrollabile o se le stesse davvero piacendo. L’africano decise poi di passare all’azione. Quella vera. quella che avrebbe rovinato definitivamente la fica di mia moglie.

Impugnò il suo enorme cazzo alla base e puntò la grossa cappella all’ingresso della fica di Ursula, in mezzo al suo bellissimo pelo dorato.

“Stai a sentire come impazzisce la tua troia adesso”

Pochi secondi dopo ursula lanciò un grido fortissimo. Era entrato anche lui dentro mia moglie. Il terzo consecutivo. Vidi ogni centimetro, ogni millimetro di quello spaventoso bastone nero invadere la fica di mia moglie. Mentre le sua grandi labbra avvolgevano la sua asta con tutte le vene gonfie. Vidi mia moglie trattenere il fiato e stringere di nuovo con forza il lenzuolo.  Immaginai fosse una penetrazione al limite dell’umano.

Lui si fermò solo quando circa 2/3 del suo cazzo furono piantati dentro le viscere di mia moglie. Aveva probabilmente già raggiunto il suo utero. Cosa che io non avevo mai fatto. Poi cominciò a farlo uscire in modo da cominciare poi a pomparla. L’asta che usciva era completamente bianca, tutta ricoperta dagli umori vaginali di Ursula. Non aveva mai ridotto il mio cazzo in quelle condizioni.

Dopo essersi fatto strada nella fica di mia moglie sforzandole probabilmente le pareti della fica, iniziò a stantuffarla, prima lentamente poi sempre più velocemente. Adesso Ursula godeva. Chiaramente. Ogni suo gemito era una fitta al mio cuore. Lanciava un urlo solo quando la cappella del porco le sbatteva con forza contro l’utero. Dopo un paio di minuti le sfilò finalmente il cazzo dalla fica. Era tutto bianco, sporco degli umori di mia moglie. Mentre dalla sua fica usciva sbroda bianca e trasparente. Aveva veramente avuto un orgasmo così intenso? Con lui??

“Lo vuoi ancora?” domandò l’africano a mia moglie

“S-si….” rispose lei balbettando. Fu la mia morte. Lei aveva acconsentito ad avere ancora quel mostro dentro di lei.

Tutti cominciarono a deridermi, a dirmi che mia moglie stava finalmente godendo con uomini veri. E forse avevano ragione loro. Non avrei mai pensato che mia moglie potesse essere così puttana. Dentro di me speravo ancora che fingesse, solo per  non subire cose peggiori.

“Mettiti a pecora troia voglio farti impazzire” le ordinò ancora il nero.

Mia moglie non se lo fece ripetere, si girò a quattro zampe e offrì il culo al nero. Che affondò il viso tra le natiche di mia moglie e cominciò a leccarle sia fica che buco del culo. Mentre lei godeva a occhi chiusi. Non mi rivolse mai una sola volta lo sguardo. C’erano di fatto solo loro due sul letto. E adesso non la stava più violentando. Adesso stavano scopando.

Lui impugnò nuovamente l’enorme cazzo e di nuovo lo appoggio all’ingresso di mia moglie. Dopo un attimo fu dentro e lei ovviamente urlò ancora. Le mise le mani sul culo, sul suo bellissimo culo bianco. nella stessa posizione in cui solo qualche giorno prima la avevo messa io. Con la differenza che questa volta in fica aveva un palo di sovrumane dimensioni.

Riprese a scoparla. Lei si chinò sul letto rimanendo solo con il culo in aria e gli permise di fare i suoi comodi. Di aprirla come non era mai stata aperta in vita sua. E io li guardavo come un automa. Non mi accorsi nemmeno che uno di loro si era messo dietro di me. Mi resi conto solo quando sentii qualcosa di grosso entrarmi tra le chiappe e cercare il mio ingresso anale. Non ebbi nemmeno la forza di reagire. Ero completamente svuotato.

Lanciai solo un grido fortissimo quando la cappella di quell’uomo sverginò il mio buco del culo. E per fortuna era quello che lo aveva meno largo o mi avrebbero lacerato. Il suo cazzo si fece strada con una forza inaudita nel mio ano. Quando fu dentro cominciò a scoparmi. Davanti a mia moglie che a sua volta veniva scopata dal nero. Con la differenza che lei godeva mentre io sentivo un dolore assurdo. Ma quello che faceva più male era davanti ai miei occhi.

“Guarda troia come gode tuo marito mentre gli spaccano il culo. Come fai a stare con un frocio del genere?” le disse il nero facendomi sentire una nullità. Ursula non rispose. Godeva e basta.

L’altro maiale, quello con il cazzo più largo,  si mise davanti a mia moglie. Le fece vedere il cazzo. Lei spalancò la bocca e lo accolse. Cominciò a fargli un pompino con grande fatica mentre l’africano le sferrava dei colpi pazzeschi in fica tanto che le sue tettone ballavano davanti a loro ad ogni affondo. Adesso mia moglie sembrava uno spiedino. Impalata davanti e impalata dietro.

Ma non era ancora finita. Mentre il bastardo dietro di me continuava a spaccarmi il culo senza ritegno, il nero uscì di nuovo dalla fica di mia moglie e appoggio il cazzo sopra il suo culo. Più lo vedevo e più mi chiedevo come potesse entrare nella sua fica. Ma lo aveva fatto. Eccome se lo aveva fatto.

“Vuoi provare una cosa nuova troia?” chiese a mia moglie spalancandole con le mani le chiappe e scoprendo, evidentemente, che aveva il culo ancora vergine. Io avevo provato qualche volta a incularla ma lei aveva sempre rifiutato. Non ne aveva mai voluto sapere.

L’africano lascio cadere un bel po’ di saliva tra le chiappe di mia moglie. Che era sempre intenta a lucidare la cappella enorme dell’altro. Tenendogli il cazzo in mano con decisione.

Ursula non rispose alla domanda che le aveva fatto. E lui non glielo chiese un’altra volta. Puntò la sua cappella per l’ennesima volta. Ma questa volta non sulla fica. Se lo teneva in pugno e spingeva. Mia moglie era troppo stretta dietro, non sarebbe mai potuto entrai, pensai. E mi sbagliavo ancora. La cappella teneva sotto sforzo l’anellino anale di mia moglie che cercava di resistere a quella penetrazione innaturale.

Ma la potenza di quel maschio fu troppo anche per il buco del culo di Ursula. Che si staccò per un attimo dal cazzo dell’altro per lanciare un grido che avrebbero potuto sentire a distanza di chilometri. Le aveva rotto anche il culo. Mia moglie aveva le lacrime agli occhi. Il dolore doveva essere stato incredibile. Ricordando quello che avevo provato io per accogliere nel mio culo quel cazzo molto più piccolo in confronto a quello del nero.

Ma lui non si fece scrupoli, continuò a spingere la cappella dentro l’ano di mia moglie. Che dovette accoglierla suo malgrado. Così cominciò a pomparla anche nel culo e dopo qualche minuto anche quello fu devastato, perchè metà del cazzo del nero era dentro il suo sfintere. E lei adesso non urlava più. Dalla sua bocca usciva solo un lamento fisso che in certi momenti sembrava un godimento.

L’altro uomo, quello che stava pompando, tolse il cazzo durissimo dalla bocca di Ursula. Si mise sotto di lei. Lei lo lasciò fare. Aveva le enormi tette di Ursula appoggiate al suo viso e cominciò a succhiargliele. Mise il suo cazzo sotto la fica di Ursula. Glielo fece sentire sulle labbra. Glielo fece desiderare. E lei ne approfittò subito. Si mise a sedere sul suo cazzo. Facendolo entrare nella sua fica ormai ampiamente sfondata.

Mia moglie aveva due cazzi dentro di sé. Due enormi cazzi piantati in fica e in culo. Che la devastavano nel vero senso della parola. Proprio come l’uomo dietro di me stava facendo col mio culo.

Ursula urlava e godeva. Urlava e godeva. E ancora urlava e godeva. Fin quando anche i due uomini urlarono praticamente all’unisono. E si svuotarono le palle dentro a mia moglie

Quando uscirono da lei Ursula si lasciò cadere sul letto. ai suoi buchi cominciò a sgorgare un fiume bianco di sborra che riempì il lenzuolo sotto di lei. Il suo foro vaginale e il suo buco del culo erano spalancati, sforzati, dilatati in una maniera assurda.

In quel momento sentii caldo dentro di me. L’altro mi stava sborrando nel culo. Poi anche lui uscì lasciandomi dolorante e con un bruciore incredibile.

“Ci avete fatto proprio divertire” dissero i bastardi mentre si rivestivano.

Poi uscirono di casa.

Io e Ursula rimanemmo sdraiati sul letto per un tempo interminabile. Come se il mondo fosse finito quella sera.

Dopo molto tempo le feci l’unica domanda che davvero mi interessava e che mi spaventava perfino chiederle, ma dovevo farla:

“Scusami se te lo chiedo ma devo saperlo. Tu….tu….hai goduto?”

Ursula non mi rispose.

Lentamente riuscimmo a superare quella notte. Non ne parlammo mai più. Con nessuno. Nè tra noi.

Ma quella risposta, mia moglie, non me l’ha mai data.

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