Il salvataggio che non ti aspetti (DEMO) - DarkOct02

Il salvataggio che non ti aspetti (DEMO)

La scorsa estate decisi di passare qualche giorno al mare, in compagnia di due amiche, visto che i miei genitori avevano casa libera.

Non capitava spesso questa opportunità, quindi ne approfittai per prendermi un po’ di tempo di relax tutto per me. Ci divertivamo molto insieme e in spiaggia ci piaceva fare le sceme. Prendevamo in giro un po’ tutti, soprattutto Anthony, il bagnino di colore che conoscevo già da qualche anno, perché eravamo soliti frequentare sempre lo stesso bagno.

Anthony era davvero un bel ragazzo, simpatico e muscoloso. Scherzavamo con lui e lui stava al nostro gioco di ragazze esuberanti. Quella mattina era molto caldo, con le mie amiche avevamo deciso di passare tutto il giorno in spiaggia, portandoci qualcosa da mangiare per il pranzo. Avevamo fatto un bel bagno rinfrescante e poi ci eravamo messe a prendere il sole ascoltando buona musica.

Io avevo la fortuna di essere già piuttosto abbronzata, perché avevo già fatto qualche giorno di mare coi miei. Le mie amiche erano ancora piuttosto bianche, per questo le prendevo in giro chiamandole “mozzarelle”.

“Io sono abbronzata quasi come Anthony” dicevo loro per prenderle in giro. E allora mi deridevano dicendomi che parlavo sempre di Anthony perché me lo sarei voluta fare e cominciavano a tirare in ballo le “famose” dimensioni dei ragazzi di colore.

“Dai Giulia dillo che te lo faresti volentieri!!”

“Ma quanto siete cretine, forse siete voi che vi fareste cavalcare volentieri”

E ridevamo come sceme.

“Certo, se tanto mi dà tanto, vedendo il pacco che ha in quel costume… mmmm…” continuava ad istigarmi una delle sceme.

E dentro di me ci pensavo, non era certo la prima volta. Anthony era davvero un bel ragazzo, con un fisico spaziale. Ed effettivamente le “voci” sui ragazzi di colore avevano sempre incuriosito anche me, ma lui non aveva mai manifestato alcun interesse nei miei confronti, conosceva la mia famiglia e forse per questo mi rispettava.

Passammo un paio di ore sotto al sole, nel frattempo mi ero addormentata. Al mio risveglio vidi che le mie amiche erano in acqua, quindi mi alzai per raggiungerle ed ebbi un giramento di testa. Pensai che il sole mi avesse provocato un po’ di abbassamento di pressione e quindi cercai di andare in acqua per rinfrescarmi.

Entrai con i piedi in acqua, le mie amiche mi fecero cenno di raggiungerle più avanti. Ma continuavo a non sentirmi bene, mi sentivo improvvisamente debole ed ebbi un mezzo svenimento cadendo in ginocchio nell’acqua.

Anthony, che vide tutta la scena, se ne accorse e subito mi raggiunse.

“Giulia c’è qualcosa che non va? Ti senti bene?” mi chiese preoccupato

“Ho avuto qualche giramento di testa, niente di preoccupante, vedrai mi riprendo subito..”

Ma lui non era convinto, mi diceva che ero pallida e mi tirò fuori dall’acqua. Nel frattempo anche le mie amiche mi raggiunsero preoccupate.

“Che è successo Giulia?”

“Niente, tranquille, solo un piccolo mancamento, sapete che ogni tanto mi si abbassa la pressione, forse una mancanza di zuccheri o sono stata troppo al sole…”

Anthony intervenne deciso.

“Giulia ti riporto a casa, forse ti sei addormentata al sole e hai avuto una piccola insolazione. Meglio non rischiare, dammi retta”

“Ma no, sto bene..” cercavo di insistere per non rovinare la giornata a tutte

“Non esiste, ti porto a casa, devi stare un po’ al fresco per riprenderti” continuò Anthony

“Si è meglio se torniamo a casa Giulia” mi dissero le mie amiche

“No, no ragazze. Facciamo così, io torno a casa solo se voi mi promettete di rimanere a godervi il mare. Mi riposo un po’ e nel pomeriggio vi raggiungo ok?”

“Va bene Giulia, ma sei sicura? Non è meglio se stiamo con te?”

“Tranquille ragazze, ci penso io a lei” disse Anthony.

Poi chiamò un suo collega e gli disse di sostituirlo, spiegandogli la situazione.

Mi prese sottobraccio e mi portò fuori dalla spiaggia. Nel frattempo mi ero ripresa, ma lui non voleva che rischiassi di stare ancora male, quindi mi fece salire sulla sua auto e mi portò a casa, che non era troppo distante dal bagno.

“Sarà meglio avvertire i tuoi genitori?” mi chiese

“No, ti prego, se si preoccupano quelli sono capaci di correre qui e ci rovinano la vacanza”

“Allora resto io con te, da sola non ti posso lasciare”

“Va bene, basta che non avverti i miei..”

“Ok, promesso” e mi sorrise.

Arrivammo a casa e lui mi consigliò di fare una doccia fresca, per mantenere bassa la temperatura corporea in caso fosse stato un colpo di sole.

“Io ti aspetto qui fuori dal bagno, stai tranquilla, ma non chiudere la porta. E se ti chiamo rispondimi ok?”

“Va bene, grazie per le attenzioni” e gli regalai un sorriso.

Entrai in bagno e chiusi la porta, non a chiave. Mi tolsi il pareo, poi il top e infine mi sfilai le mutandine del costume. In effetti stavo bene, forse era stato davvero solo un leggero abbassamento di pressione perché mi ero alzata troppo in fretta dopo essermi addormentata sotto al sole. Ma le attenzioni di Anthony mi avevano fatto tanto piacere.

Mi guardai per un attimo completamente nuda allo specchio, pensai che ero in bagno con la porta aperta e che lui era solo dietro quella porta. Mi domandai cosa sarebbe successo se fosse entrato e mi avesse vista tutta nuda, in fondo mi vedevo così appetitosa senza i vestiti. Guardavo la mia quarta riflessa nello specchio, i miei capezzoli così larghi, chissà che effetto gli avrebbero fatto.

La sua voce mi riportò alla realtà… “Tutto bene Giulia?”

“Si, si tranquillo!!”

Pensai che se non gli avessi risposto sarebbe forse entrato e mi sarei tolta i dubbi precedenti. Ma non potevo arrivare a tanto… così aprii l’acqua della doccia e mi misi sotto.

L’acqua fresca mi fece riprendere completamente, mi sentivo in ottima forma adesso. Al punto che i pensieri fatti in precedenza su Anthony mi avevano provocato una certa eccitazione.

Mentre l’acqua scorreva sul mio corpo, sul mio seno, sulle mie cosce, mi passai quasi inconsciamente un dito tra le labbra della figa, tra il pelo tutto bagnato. Fu talmente piacevole che feci un gemito. Mi tappai istintivamente la bocca e sperai che non mi avesse sentito. Poi pensai che ero proprio scema, che con l’acqua aperta non mi avrebbe certo potuta sentire.

E allora cominciai ad accarezzarmi il seno, a stuzzicarmi i grandi capezzoli con le dita. Mentre l’altra mano scivolò ancora tra le mie cosce e il mio dito medio si soffermò sul mio clitoride gonfio.

Cominciai a far roteare il dito sul mio grilletto, tenendo le gambe leggermente divaricate. Mentre con l’altra mano continuavo ad accarezzarmi le grosse tette. Mi eccitava l’idea di masturbarmi con Anthony proprio dietro quella porta. Per un attimo sperai che aprisse quella cazzo di porta, che mi beccasse a sditalinarmi e senza tanti complimenti me lo schiaffasse dentro. Prendendomi sotto la doccia con la sua potenza.

Ma di nuovo dovetti tornare alla realtà, perché lui bussò alla porta facendomi sobbalzare.

“Tutto bene, tranquillo, ho quasi finito!”

Dentro la fica ero già tutta fradicia, ma non potevo andare avanti oltre. Quindi chiusi la doccia ed uscii. Mi misi l’accappatoio, le mie ciabattine infradito ed uscii dal bagno.

Anthony era seduto sul divano in salotto, appena mi vide uscire mi chiese “Come stai, ti senti meglio?”

“Si, si molto meglio. Te l’ho detto, forse mi sono alzata troppo in fretta dopo essermi addormentata al sole. Ma ora va tutto bene. Ti ringrazio davvero Anthony. Se devi andare….” gli dissi sperando, in tutta onestà, che restasse ancora con me

“Beh, non mi fido a lasciarti subito da sola. Se non è un problema per te preferirei restare ancora qualche minuto, per accertarmi che tu stia davvero bene”

“Come vuoi Anthony, grazie davvero per la tua preoccupazione per me”

“Scherzi Giulia? Ti conosco da anni ormai” e mi sorrise con quel suo sorriso sconvolgente

“Posso almeno offrirti un caffè?”

“Va bene dai, lo accetto volentieri”

Così andai in cucina a preparare il caffè e iniziammo a parlare del più e del meno. Poi tornammo sul divano per gustarcelo in tranquillità.

Mi sfilai le ciabattine e mi misi accovacciata a piedi nudi sul divano, come ero solita fare.

Anthony mi chiese perché con le mie amiche ridevamo così tanto in spiaggia, mi chiese se lo prendevamo in giro. Gli dissi che non era assolutamente così, tutt’altro, che parlavamo bene di lui.

Ma lui non ci credeva, diceva che lo stavo ancora prendendo in giro. Io ridevo e gli assicuravo che stavo dicendo la verità, ma lui per “vendicarsi” cominciò a farmi il solletico sotto le piante dei piedi che erano a sua portata di mano.

Io soffro tantissimo il solletico, quindi cominciai a ridere, a dimenarmi sul letto e a scalciarlo per farlo smettere.

Dimenticandomi un particolare di non poco conto… che ero ancora in accappatoio e ovviamente sotto non avevo le mutandine!!!

Così, nello scalciarlo, senza pensarci aprii le gambe con movimenti scoordinati e successe il “patatrac”!! L’accappatoio mi si aprì proprio nel punto in cui non avrebbe dovuto e quando smise di farmi il solletico mi ritrovai… con le cosce aperte davanti a lui!!!

Mi accorsi che la mia fica pelosa era tutta oscenamente esposta davanti ai suoi occhi e rimasi letteralmente impietrita! Lui aveva ancora in mano i miei piedi e praticamente mi teneva le gambe aperte. Anche lui rimase di sasso davanti allo spettacolo che, mio malgrado, gli avevo offerto.

Vedevo i suoi occhi fissi tra le mie cosce, era come stregato da quello che stava vedendo. E non faticavo a crederci, perché probabilmente avevo ancora le labbra semiaperte in mezzo al pelo e sono certa che si vedessero fin troppo bene dalla sua posizione. Mi resi conto che, anche volendolo, non avrei potuto richiudere le gambe, perché lui si era fermato tenendomi dalle dita dei piedi, praticamente.. spalancata.

D’istinto mi morsi un labbro, ripensando a quello che avevo fantasticato in bagno. Lui evidentemente se ne accorse perché mi guardò dritta negli occhi col suo sguardo perforante e mi disse “Giulia… sei ancora più bella di quello che potessi mai immaginare…”

Le sue parole furono per me inaspettate e feci un piccolo gemito senza avere il coraggio di rispondergli. Ma non sarebbe stato necessario. Non aveva bisogno di altre risposte da me.

Mi dette qualche bacio sulle dita dei piedi, poi finalmente me li liberò e si sdraiò sopra di me. Vide che io non lo scacciavo, allora ne approfittò per avvicinare la sua bocca alla mia. Mi baciò dolcemente sulle labbra, poi cercò la mia lingua con la sua e io, senza neanche pensarci, gliela concessi.

Cominciammo a pomiciare, la sua lunga lingua si muoveva possente nella mia bocca, se tanto mi dava tanto quella era la migliore delle premesse. Poi con la lingua si spostò sul mio collo, poi dietro l’orecchio. Tutto quello che era sufficiente per me per mandarmi fuori di testa. Presi la sua testa e la misi sul mio seno ancora coperto. Lui prese la cintura del mio accappatoio e me la slegò, poi lo aprì e mi costrinse ad apparire completamente nuda davanti a lui.

 

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